L’eredità di Silvio Berlusconi è la riforma della Giustizia

Andrea Desideri
Andrea Desideri

Silvio Berlusconi è morto da 36 ore e comincia la diatriba sull’eredità: qualcosa lascia anche agli italiani. La riforma della Giustizia.

Berlusconi, quando era chiamato a parlare in pubblico, prima delle barzellette finali (che chiudevano quasi sempre ogni suo comizio), era solito agitare dei fogli bianchi. Stratagemma più da talk show, per dare l’illusione alla platea e al pubblico a casa di essersi preparato, salvo scoprire poi che su quel carteggio bianco non c’era scritto niente. “Non conta quello che facciamo, ma come lo facciamo” era abituato a sottolineare l’ex Premier.

Infatti, con la teatralità, ha saputo comunicare anche le cose più scabrose: chiedere a Travaglio che, ogni volta che vede una sedia, strabuzza gli occhi ripensando al “colpo di spugna” più famoso della televisione. Dopo il funerale dell’ex Presidente del Consiglio. Un lutto nazionale che, come un colpo di spugna – restando in tema – dà l’illusione di aver chiuso una pagina di storia.

Berlusconi e la Giustizia: l’ultimo “regalo” degli alleati

Ma Berlusconi lascia, più d’ogni altra cosa, l’ultimo suo grande insegnamento: la gestione delle polemiche come trincea. Ogni protesta serve per coprire altro, nello specifico la riforma della Giustizia. Mentre l’Italia era impegnata a sperticarsi, sui social e in diretta, contro il lutto nazionale per la dipartita dell’ex Premier in Parlamento stavano lavorando a qualcosa che riguarda (questo sì) tutti: il testo che cambierà definitivamente il potere giudiziario.

Eredità Giustizia Berlusconi
L’eredità di Silvio Berlusconi in ambito giudiziario (ANSA)

In pieno stile Berlusconi, il primo a chiederlo quando era in vita: la Giustizia, per l’ex Premier, era come la moviola in campo per Biscardi. Voleva a tutti i costi arrivare a una svolta, ora ce l’avrà: parola di Francesco Paolo Sisto, Senatore di Forza Italia e Vice Ministro della Giustizia. “Silvio Berlusconi ha subìto tanto, troppo, per questo voglio dedicare a lui la riforma”.

Le parole rilasciate a Rai News 24 suonano come una resa dei conti. Una sorta di ultimo omaggio che la politica fa al Cavaliere e viceversa. In realtà nella bozza del DDL ci sono alcune misure ancora molto controverse e dibattute, ma Meloni viaggia verso la stretta e punta di chiudere tutto tra giovedì e venerdì. Non è, dunque, vero che il Parlamento resterà chiuso – o per meglio dire inattivo – per una settimana.

Il progetto di Nordio e Sisto

Aperte, invece, dovranno essere anche le orecchie dei cittadini poiché le inchieste e i processi potrebbero subire importanti cambiamenti. Si passa, infatti, da una stretta sulle intercettazioni all’abrogazione del reato d’abuso d’ufficio. Oltre a tutta una serie di aggiornamenti e modifiche in merito alla custodia cautelare, l’avviso di garanzia e i ricorsi dei pubblici ministeri sulle sentenze di proscioglimento.

Giustizia Nordio
Nordio e Giorgia Meloni al lavoro sulla Giustizia (ANSA)

Il Decreto Legge – come annunciato dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio – sarà composto da 8 articoli principali. Il corpus del provvedimento. Nella fattispecie, in merito alle intercettazioni, è opportuno sapere che, secondo le nuove disposizioni, il divieto di pubblicazione scatta appena “il contenuto intercettato sia ‘riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento”. E “non può essere rilasciata copia delle intercettazioni di cui è vietata la pubblicazione quando la richiesta è presentata da un soggetto diverso dalle parti o e dai loro difensori”.

Inoltre, si legge nelle bozze: “L’obbligo di vigilanza del pubblico ministero sulle modalità di redazione dei verbali delle operazioni” e “Il dovere del giudice di ‘stralciare’ le intercettazioni, includendovi, oltre ai già previsti i dati personali sensibili’ anche quelli ‘relativi a soggetti diversi dalle parti’ (fatta salva, anche in questo caso, l’ipotesi che essi risultino rilevanti ai fini delle indagini)”.

La contestazione di FNSI e ANM su intercettazioni e abuso d’ufficio

La FNSI ha espresso alcune “criticità importanti” perché – secondo la stampa italiana – viene meno, in tal modo, il diritto di informare. Si va a ledere, in altre parole, il diritto di cronaca. Proprio per queste convinzioni, esplicitate pubblicamente, la Federazione è pronta a manifestazioni pubbliche di dissenso. Stesso concetto espresso nella mattinata di qualche giorno fa, prima della dipartita di Berlusconi, dall’Associazione Nazionale Magistrati che definisce improprie le decisioni previste in merito al reato di abuso d’ufficio, oltre alla divisiva metamorfosi della custodia cautelare.

Nordio Giustizia
Magistrati e FNSI sul piede di guerra (ANSA)

Intestare la riforma della Giustizia a Berlusconi significa anche cavalcare un’onda che mette in cattiva luce la Magistratura sotto altri aspetti oltre a quello etico: c’è grande disappunto sul piano professionale perchè l’ex Presidente del Consiglio definitiva spesso le decisioni delle toghe come “provvedimenti ad orologeria”, accusando le stesse di appartenenza partitica: le cosiddette “toghe rosse”.

Se, però, il Governo riconduce e dedica il procedimento sulla Giustizia all’ex Premier induce a una personalizzazione tutt’altro che condivisa – fuori e dentro l’Esecutivo – in grado di accendere la miccia per dare adito a risvolti inattesi. L’opinione pubblica è presa dalle esequie, mentre sulle macerie della seconda Repubblica è già pronta una “rivoluzione silenziosa” che passa dall’etica.

Andrea Desideri
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