Sistema binario: la nuova rotta della movida

Andrea Desideri
Andrea Desideri

Sistema binario, cambiano le rotte della movida: i locali riaprono, i sorrisi ritornano. Cosa cambia rispetto all’accessibilità.

Le facce, i colori, i sorrisi di chi prova a crederci ancora: la notte di Roma con le ombre del passato e le luci del futuro. Una movida che si riaccende nei locali della Capitale: girarli tutti, in un Venerdì sera come tanti, dimostra la voglia di ripartire ma anche ricordare che poi è un po’ come vivere.

I giorni brutti passano esattamente come tutti gli altri: basta lockdown, chiusure e impedimenti. (Ancora per poco) mascherati senza coriandoli, ma con l’intenzione di tornare a far festa. Lo sa Maria, giovane imprenditrice del Monk, ne è consapevole Valerio del Wishlist, non possono saperlo invece all’Akab e al Big Mama. Marco e Antonio hanno chiuso definitivamente.

Alcazar, Via Cardinale Merry del Val

Ma i cuori restano aperti, anche su due ruote perché dopo il disappunto di Genova e Milano (alla faccia del binario morto) per la negligenza verso i passeggeri con disabilità, tocca a Roma dare l’esempio. I 5 locali principali sono tutti a norma, laddove manca qualcosa c’è qualcuno pronto a tendere una mano. Spesso utile per accarezzare i sogni e tornare a lamentarsi della normalità. C’è chi per sentirsi felice – da qualunque prospettiva – non aspetta altro.

Sistema Binario, i nuovi punti cardinali del divertimento

La normalità, tuttavia, resta soggettiva ed è possibile trovarla per le strade di Roma. Si cela tutto e niente, gli occhi di un viandante scrutano le luci. La notte di Roma abbaglia con le sue sfumature e al Monk la musica arriva da lontano: quasi come fosse un eco disposto a rimbombare ancora per molto. Green Pass e mascherina all’entrata. Poi si entra: pista lunga, l’erba costeggia gli spazi esterni dove è possibile appoggiarsi, Maria viene incontro consapevole: “È stato un periodo difficile, abbiamo riaperto nella speranza di trovare una stagione importante”.

Poi la questione spazi: “Il problema non si è mai posto, perchè da noi c’è sempre stato posto per potersi permettere qualche comfort in più. L’accessibilità è alla base di tutto. Divertirsi è la prima – forse più importante – forma di inclusione sociale”. Le entrate e le uscite sono a misura di carrozzina, basterebbe già questo, ma la pista e il palco per la musica dal vivo restano un valore aggiunto in grado di far vivere appieno la serata anche a chi staziona su due ruote.

Dall’Alcazar all’Hard Rock: le note di merito dei club

Lo stesso può dirsi per l’Alcazar, dove ci sono persino spettacoli di intrattenimento: non solo disco, ma anche dialettica e cultura. In tal caso un piccolo gradino all’entrata può scoraggiare gli avventori con disabilità, ma la disponibilità dei buttafuori colma una lacuna data – più che altro – dall’ubicazione della struttura piuttosto che dalla negligenza dei gestori: Francesco, il proprietario, assicura “Stiamo lavorando anche per questo, ma serve tempo”. Basta un attimo, invece, una volta entrati dentro per sentirsi a proprio agio: le carrozzine possono muoversi liberamente all’interno del locale, ma soprattutto l’accesso al palco centrale è immediato e senza difficoltà. Così anche durante gli spettacoli, oltre ai DJ set, è possibile godere appieno l’intera serata.

L’Hard Rock Cafè, invece, in Via Veneto, presenta la giusta coniugazione tra classicità e avanguardia: l’atmosfera è quella dei pub anni ’80 con l’aggiunta di particolari da club esclusivo. Come cimeli della musica Rock donati direttamente dai legittimi proprietari: dalle chitarre alla batteria, pezzi di storia in esposizione. Ugualmente emozionante e, a tratti, più intimo “L’Asino Che Vola”: locale storico della Capitale dove si esibiscono i principali artisti (emergenti e non) del panorama musicale italiano.

Lo racconta Piero La Fontana, proprietario e gestore dell’attività: “Abbiamo ripreso alla grande, sperando che non ci sia nessun’altra variante a scombussolare le cose, le attività procedono spedite. C’è richiesta di band e artisti che vagliamo in accordo con la direzione artistica. Quest’estate, poi, abbiamo un progetto innovativo: stiamo organizzando una fattoria artistica, fuori Roma, a Rignano Flaminio abbiamo preso un agriturismo e per 40 giorni faremo workshop, masterclass di musica, danza, all’aperto. In mezzo alla natura”.

101 Roma Club, diversità è bellezza: integrazione e originalità

Diversi artisti si esibiscono lì dentro: il palco è a norma, esattamente come il resto del locale. Consigliato per chi vuole perdersi fra i ricordi, ma anche gustarsi qualcosa di nuovo. Il Traffic, invece, costeggia Via Prenestina ed è un vero e proprio ritrovo per appassionati di Rock, Metal e Rap. Quest’ultimo è un genere che fanno meno, ma restano comunque aperti a qualunque proposta in nome della buona musica: “Abbiamo ritrovato le presenze di un tempo, ma devo dire che anche quando eravamo in difficoltà – spiega Pierfrancesco Vilardo, uno dei gestori – la clientela non ci ha mai abbandonato. Anche per venire a prendere una birra”.

Il passaparola funziona anche al 101 Roma Club: un locale dove la diversità e l’integrazione sono al centro di tutto. “L’importante è venire qui e godersi una serata lontano da etichette e classificazioni. Poterlo fare in piena autonomia rende tutto più significativo, anche se abbiamo ancora qualcosa da sistemare, ma l’intenzione è quella di continuare ad essere accessibili a tutti”. Il divertimento non ha confini e nemmeno barriere: la sola cosa che conta è il volume delle emozioni.

Andrea Desideri
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